I quattro nemici linguistici per l'export digitale

Un sito multilingua non va confuso con l’automatica possibilità di potere intercettare clienti all’estero o costituire buone landing page per campagne internazionali google ads business to business. Tradurre il sito non basta; non si tratta infatti di dare vita ad una versione in lingua, come si faceva dieci anni fa con i siti istituzionali e la brochure da fiera.

27 gennaio 2022

Un sito multilingua non va confuso con l’automatica possibilità di potere intercettare clienti all’estero o costituire buone landing page per campagne internazionali google ads business to business. Tradurre il sito non basta; non si tratta infatti di dare vita ad una versione in lingua, come si faceva dieci anni fa con i siti istituzionali e la brochure da fiera.

Intercettare grossisti, importatori, rivenditori di nazioni diverse è un processo molto più profondo che attiene a svolgere un lavoro specifico di individuazione dei termini, slang, keywords, chiavi di ricerca usate in ogni paese specifico.

Il primo nemico per l’export digitale è la traduzione automatica che espone a una grave deficit seo perché non rispecchia assolutamente le keywords semplici , né le chiavi di ricerca complesse , con le quali i consumatori finali e gli operatori business to business, effettuano ricerche di prodotti specifici su Google.

Il secondo nemico è la traduzione letteraria, affidata a buoni professionisti ma non specializzati in Google internazionale; anch’essi faticheranno ad arrivare al nocciolo della questione perché, tenderanno a privilegiare aspetti puramente linguistici perdendo di vista che l’algoritmo di Google, per quanto intelligente, non frequenta l’Accademia della Crusca.

Il terzo nemico è una certa superficialità nella mappatura linguistica del mondo: tutti in Europa parlano inglese, lo spagnolo è la lingua più parlata, in est Europa si fanno acquisti on line tranquillamente in inglese,……etc. Queste generalizzazioni sono pericolose se si vuole davvero ottimizzare tanto un lavoro seo quanto un budget Google Adwords.

La verità è che, da fonti di ricerca internazionali aggiornate, il 75% degli utenti fa acquisti solo in lingua madre e il 60% non ha mai acquistato da un sito in lingua inglese. Questo scenario peggiora laddove l’inglese non entra nell’istruzione scolastica primaria, per cui è decisamente più facile vendere in lingua inglese in Olanda di quanto non lo sia in italia. Ma questo non significa che un Olandese non ami leggere un approfondimento su un prodotto nella propria lingua madre.

Il quarto e ultimo nemico è la coerenza che deve esserci nel mantenere massima attenzione linguistica anche in tutti i messaggi transazionali, inviati via mail dal momento in cui un operatore BTB compila un form di contatto o un consumatore finale riempie il carrello se è un consumatore finale.

L’acquisto in lingue diverse dalla propria, infatti, alza la barriera di diffidenza perché ci si sente più esposti a fregature. Così piccole incoerenze linguistiche e messaggi tradotti male, sono tutte concause che portano a non completare l’ordine e a opn inviare i propri dati anagrafici.

In conclusione: un sito con poche lingue è solo per ricchi marchi internazionali?

Sintetizzando possiamo dire che vendere a tutto il mondo con poche lingue è un piccolo lusso che solo i brand sembrano potersi permettere, forti di una fiducia e una brand awareness che li mette al riparo da diffidenze che frenano il rilascio dei propri dati anagrafici e portano ad aumenti vertiginosi nel numero di carrelli abbandonati.

In realtà anche i ricchi piangono: analizzando più di 100 siti multinazionali, ci si accorge di quanta attenzione riveste l’aspetto linguistico per chiunque. Troviamo infatti frequente nei big brand la possibilità di navigazione in 12/24 lingue, con relativo invisibile ma potente corredo di seo multilingua internazionale e di landing page perfette per farvi atterrare specifiche campagne google ads.

In conclusione, se nell’era di google translate si fatica a credere di dover destinare budget specifici per gestire con cura e massima specificità l’aspetto linguistico, consigliamo di procedere per emulazione: se lo fanno i ricchi brand che potrebbero farne a meno, quanto è importante per una PMI adottare una strategia linguistica efficace per trovare e farsi trovare dai propri clienti all’estero?
A buon intenditore poche parole… senza pensare che tutto il mondo ami parlare, sognare e comprare in inglese solo perché in tal modo ci semplifichiamo la vita.

Aloha, Au revoir , Auf Wiedersehen, Hola, Bye, Have a nice day

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