Social media marketing: come cambia il rapporto tra brand e consumatori

I social media restano centrali nell’ambito del marketing, ma cambia il rapporto tradizionale tra brand e consumatori sempre più diretto, interattivo e personalizzato.

6 novembre 2020

I social media restano centrali nell’ambito del marketing, ma cambia il rapporto tradizionale tra brand e consumatori sempre più diretto, interattivo e personalizzato.

Cos’è il social media marketing

Il social media marketing è quell’insieme di attività che si occupa di generare visibilità, community ed effetti “virali” sui social media. Obiettivo del Social Media Marketing è quello di creare conversazioni e relazioni con utenti “engaged” da contenuti di valore e spinti alla condivisione e promozione degli stessi con la propria audience. 
A differenza degli altri strumenti di Digital Marketing, il social media marketing permette a brand e users di interagire e commentare; l’utente passa quindi dall’avere un ruolo di spettatore a un ruolo attivo nel processo di comunicazione del brand. 

Secondo il Global Digital Report 2019

  • gli utenti connessi a Internet nel mondo hanno ormai superato la metà della popolazione totale (57%): parliamo di 4,388 miliardi di persone.
  • L’utilizzo dei social media cresce di conseguenza (+9%), con un numero di utenti attivi pari a 3,484 miliardi  nel mondo (il 45% della popolazione mondiale).
  • In Italia, nel 2019, 54,8 milioni di persone erano connesse a Internet (il 92% della popolazione) e di queste 35 milioni sono risultate attive sui social media (il 59% della popolazione totale).

Le potenzialità dei Social Media nelle strategie marketing delle aziende sono pertanto molto significative. Il Social Media Marketing permette di raggiungere un numero indefinito di utenti che possono diventare clienti potenziali e fidelizzati. In pratica, le aziende e i brand possono stabilire tramite i social media, rapporti costanti nel tempo con i clienti, capirne le necessità, proporre nuovi prodotti, valutare le reazioni dei clienti ai propri servizi e costruire delle strategie efficaci.

Le pagine social delle aziende hanno lo scopo di raccontare il brand, le persone che ci lavorano, le loro storie, la mission dell’azienda, i successi e i prodotti, creando con i propri follower un rapporto sempre più “umano” e personale. 

Le piattaforme social più usate

Facebook conserva il suo primato anche nel 2020, seguito da Youtube e Instagram, ma la vera novità è TikTok che sta migrando da un pubblico di adolescenti, a un’utenza di adulti e giovani adulti in grande crescita, seguendo un trend già iniziato nel 2019. I brand devono imparare a comunicare anche su questa piattaforma, producendo video accattivanti che coinvolgano vecchi e nuovi clienti. 

Live streaming commerce

A breve su TikTok sarà attivo anche il live streaming commerce, una nuova forma di comunicazione, che in Cina sta già avendo grandissimo successo e presto si affermerà anche da noi. Si tratta di video trasmessi in diretta, completamente interattivi, con cui i brand possono spiegare i prodotti, da una location attrattiva, e i clienti possono fare domande ai conduttori e acquistare dal video cliccando sul prodotto. Un esempio di questo tipo di comunicazione è presente sul sito di Motivi, e sta già avendo grande successo. Anche Facebook e Instagram si stanno attrezzando per fornire ai negozi la possibilità di trasmettere le proprie dirette dalle proprie pagine aziendali.

Content marketing

I contenuti, pur restando centrali nella comunicazione, cambiano diventando di fatto sempre più labili e momentanei. Pensiamo alle Stories di Instagram o ai video su TikTok. Le aziende dovranno imparare a comunicare con queste nuove modalità di storytelling se vogliono far breccia su un pubblico sempre più abituato all’istantaneità dei messaggi.

User generated contents

I clienti soddisfatti diventano i primi promotori del brand. La soddisfazione del pubblico è enne volte più convincente di uno slogan o di una pubblicità tradizionale sui canali televisivi, radiofonici o sull’affissione per allargare la platea di utenti interessati. 

Le persone esterne e indipendenti dall'azienda diventano così influencer inconsapevoli e spontanei, e i contenuti “non paid” vengono condivisi e ottengono più consenso rispetto a quelli prodotti dal brand stesso.

In Asia, dove le nuove tecnologie e soprattutto l’uso che se ne fa cambiano a velocità pazzesca, i consumatori leggono, condividono e diffondono ciò che gli piace con un’intensità doppia rispetto a quanto avviene in Italia e in Europa.  L’Asia è un continente giovane, altamente digitalizzato, e rappresenta l’orizzonte a cui far riferimento per il nostro futuro. In Cina, i Social sono canali di vendita importantissimi e già buona parte dei nuovi format di Social Advertising anche in Italia sono orientati a sviluppare quote di Customer Journey crescenti, prendendo esempio da quanto avviene in Asia. 

Il futuro dunque è anche negli User generated contents, cioè i contenuti creati dagli utenti. Chi fa marketing, deve stimolare la creazione di tali contenuti da parte del propri pubblico affinché altri utenti abbiano voglia di leggerli, vederli e condividerli. E con contenuti non si intendono solo i post di testo, ma anche e soprattutto immagini e video. 

Molti siti di vendita online, a fronte di sconti sui prodotti, richiedono agli utenti di condividere i loro acquisti sui propri profili social. In altri casi, gli acquirenti vengono coinvolti in campagne di promozione dei prodotti, attratti dall’idea di acquisire una certa fama diventando a propria volta degli influencer. In un percorso circolare quindi, il brand viene pubblicizzato dagli utenti che hanno il vantaggio di apparire sui social acquisendo a loro volta una fama che altrimenti non avrebbero mai avuto. 

Influencer marketing

Il testimonial è ormai in netto declino rispetto all’influencer, perché il pubblico non lo considera affidabile: è un personaggio pagato per decantare le lodi di un prodotto o di un servizio. L’influencer o il blogger vengono invece scelti dagli utenti, non imposti dalle aziende, e quando nominano un prodotto il pubblico, che li ritiene autorevoli nel loro settore, si fiderà del loro giudizio. Gli influencer e i blogger ottengono grandi quantità di follower anche perché condividono con loro un pezzetto della propria vita privata: rappresentano qualcosa in cui il pubblico si riconosce o a cui aspira. 
Il trend per il 2020 prevede una crescita dei microinfluencer, più economici dei loro cugini più famosi, ma più esperti e specializzati in specifici settori. 

Interazione ed esclusività

Gli utenti si interfacciano con le aziende in una logica di maggiore interazione: amano creare un rapporto diretto con il brand, con cui desiderano conversare, discutere, porre domande. Le aziende devono imparare a rapportarsi con questa tendenza one to one, e imparare a sfruttarla con promozioni su misura, esclusive, anteprime, che facciano sentire il cliente coccolato e accudito. Inoltre, i clienti vanno anticipati, perché spesso non sanno di desiderare un prodotto finché non ne scoprono l’esistenza. Il marketing sfrutta più che mai gli algoritmi dei social per proporre offerte basate sulle ricerche generiche degli utenti, sui loro post, sui loro gusti e interessi.

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